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UGANDA Irene Donegana e Alessandro Ginelli



"NEL CUORE DELLA PERLA D’AFRICA"


"Già da qualche tempo sentivo il bisogno, la necessità di tornare in Africa.

E quando, insieme al mio compagno, abbiamo deciso di visitare l’Uganda sapevamo che ci saremmo addentrati nel cuore più vero del continente: la Perla d’Africa, così viene chiamato questo meraviglioso paese!


E come in ogni nostro viaggio, abbiamo voluto concentrarci soprattutto sulla Natura, inoltrandoci alla scoperta di paesaggi spettacolari e vivendo a strettissimo contatto con le comunità del posto. In questo modo abbiamo potuto conoscere anche i numerosissimi cani che vivono e convivono insieme ai locali.

Chiacchierando con molte persone, per la verità soprattutto con bambini dato che gli adulti molto spesso preferiscono non dare troppa confidenza a noi “Mzungu”, ai bianchi insomma, abbiamo scoperto come viene vissuto il rapporto con quella tipologia di cani che loro semplicemente definiscono “local breed” proprio perché in ogni angolo del paese la morfologia di questi animali è davvero molto, molto somigliante. Pressoché identica, oserei dire!


I cani vivono per lo più insieme alle famiglie, nella stragrande maggioranza dei casi come compagni di giochi dei più piccoli e a loro vengono riservati i resti di cibo, che in Uganda, contrariamente a quello che si può pensare, non scarseggia assolutamente data la fertilità del suolo e l’abbondanza d’acqua!

Ben tollerati e accettati sia in città che nei villaggi rurali, a volte vengono anche impiegati nella conduzione e guardia delle mandrie di vacche, come abbiamo potuto riscontrare anche sulle Isole del Lago Bunyonyi.


Qui i cani sono presenti tra le comunità di Pigmei e, quasi sicuramente a causa degli scarsi contatti col mondo esterno, contrariamente ai cani delle zone rurali, questi hanno mostrato nei nostri confronti una profonda diffidenza, mai tramutatasi tuttavia in aggressività.


Durante un viaggio on the road si macinano davvero tantissimi km ed è stato splendido conoscere questo paese attraverso le parole della nostra guida, David, che fra i mille aneddoti ci ha raccontato anche di come gli Ugandesi più benestanti stiano iniziando ad importare razze Europee, in particolar modo Pastori Tedeschi.

La disparità sociale ed economica nel paese è davvero tanta e i ricchi possidenti, attratti dal modello di vita Occidentale, desiderano sempre più spesso avere cani da guardia addestrati per difendere le loro proprietà in un paese in cui se vieni colto a rubare hai ottime probabilità di finire il resto dei tuoi giorni raccogliendo cotone sotto il sole dell’Equatore.


Quello che abbiamo visto e vissuto è stato un rapporto davvero autentico cane-uomo, quasi primordiale, fatto di rispetto e affettuoso distacco, un legame profondo nella voce dei bambini che chiamano per nome il “loro” cane in uno dei tantissimi dialetti di questo paese.”


Irene e Alessandro



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